Non serve retorica per descrivere questo viaggio. Due amici decidono in mezzo minuto che è il momento di progettare il coast to coast negli Stati Uniti: hanno diciotto giorni, tremila chilometri di strada, nove stati da attraversare sulle quattro ruote. Claudio tiene un diario, che condivide in tempo reale sul suo blog Il Rasoio.
Samsara Route lo ripropone a cominciare dalla prima puntata.
Aggiungo solo che il motivo per partire sembra essere che Dio l’America, per questo genere di cose, l’ha fatta apposta.
di Claudio Cavazzuti
Dovevano essere circa le otto e mezza di un mattino dello scorso novembre e mi trovavo sul treno verso Roma dove periodicamente mi reco per lavoro. A turbare il mio scomodo dormiveglia interviene perentoria una suoneria di cellulare. Non realizzo subito che si tratta del mio, ma ripresomi, lo estraggo in fretta con la certezza che, data l’ora, non sto certo per rispondere ad una telefonata di cortesia. Quando vedo che a chiamare è il mio amico dottore mi piglia un po’ l’ansia. Non vorrei mica fosse successo qualcosa di grave, tanto più che sono quasi a Roma, e pare azzardato chiedere al macchinista di fare retromarcia per Modena.
“Pronto”
“Ciao, sono io. Senti, devo proporti una cosa”
“Sono tutto orecchi” (ero già visibilmente preoccupato)
“Io e te dobbiamo farci un viaggio”
“Dove?”
“In America” (quando si dice America e basta, si sta dicendo Stati Uniti)
“Bene. Quando?”
“Ad aprile”
“Ok. Tienimi informato per i dettagli”
“Bene. Ciao, caro”
“Ciao”
A qualcuno sembrerà bizzarro che sia successo tutto così, in meno di 20 secondi. Certe decisioni impegnative normalmente richiedono più calma. Normalmente. Ma per noi due la categoria di normale è applicabile solo alla statistica. E se vogliamo affidarci alla statistica, considerando che ci conosciamo da 27 anni, si può dire che abbiamo trascorso esattamente il 90% delle nostre esistenze assieme (vi lascio così al calcolo proporzionale della nostra età anagrafica). E ciò è tutto meno che normale. Mettici anche che aprile era sufficientemente lontano e ancora sgombro da impegni. Mettici pure che ultimamente il mio fondoschiena ha fatto troppa amicizia con una sedia da ufficio e i miei occhi con lo schermo del PC. Insomma, alla luce di tutto ciò la proposta del dottore alla fine riscosse un certo successo.
Le settimane seguenti le abbiamo occupate a definire il percorso: Atlanta-Los Angeles. Quante miglia? circa 3000. Il mezzo: una Chevrolet Aveo da noleggiarsi all’aeroporto di Atlanta. Stati attraversati? 9: Georgia, Alabama, Mississippi, Louisiana, Texas, New Mexico, Arizona, Nevada, California. Tempo concesso? 18 giorni.
Buttando l’occhio sulla carta geografica del Nord America non sembra poi tanta strada. In realtà ci accingiamo ad attraversare un continente, coast to coast. Come ogni mito, il viaggio dalla costa atlantica a quella pacifica degli Stati Uniti d’America si porta dietro un bel po’ di retorica. Per questo non voglio farmi tanti viaggi mentali. Sarà perché non son figlio di dottori, ma alle massiccie dosi di metafisica che si sparano certi intellettuali preferisco la realtà. E siccome la realtà e il presente hanno il brutto vizio di fuggire in tutta fretta sia dalla pelle che, prima o poi, pure dalla memoria, ho deciso che questo giro tengo un diario. Documento. Non prometto niente, ma giuro che ci provo.
SMS del dottore. 13 gennaio. Ore 2:40 p.m.
“Prima degli altri continenti Dio ha fatto l’America. Poi, stanco com’era, l’ha guardata bene, s’è preso una vacanza e s’è sparato un coast to coast”
(segue: Lungo le rive del Mississipi)
Copertina: la Monument Valley in Arizone (di Claudio Cavazzuti)
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