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The Finnish train

di Luigi Lonardo

Sono su un treno, di notte. Fa molto caldo e l’aria è stantia, ma fuori c’e’ neve e temperatura sotto zero.

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I treni in Finlandia li comprano dall’Italia. Il motivo di questa stranezza tuttora non è chiaro, ma per quanto possa sembrar inverosimile anche in Finlandia i treni in inverno subiscono a volte gravi ritardi, perché in Italia quando costruiscono treni non li immaginano per la neve. Per il resto la neve non è un problema qui, anzi quando si trattò di scegliere una bandiera i finlandesi optarono per la croce nordica blu su sfondo bianco: laghi e neve, le uniche due cose che hanno.

Sul treno stanotte ci sono molte storie da raccontare, ma non ci sono quasi finlandesi. Una signora, qualche ragazzo, perfino uno col cane che sta in uno scompartimento apposta dove gli animali vengono segregati e lasciati ad abbaiare. Gli altri sono cinesi, russi, asiatici, tantissimi asiatici e mi domando che cosa ci facciano su un treno che va di notte da Oulu a Tampere. Perfino una famiglia di italiani. Una scena che merita: il treno è una specie di albergo mobile, quaranta carrozze di cui alcune con le cuccette, vagone ristorante, insomma una piccola crociera. Poi ci sono gli scompartimenti per cani, quelli per parlare al telefono (esistono nazioni cosi civili, come la Svezia e quelle da lei colonizzate, dove è preferibile ritirarsi in un altro scompartimento per parlare al telefono e non disturbare gli altri viaggiatori) e quelli con le poltroncine normali. Gli italiani, mamma, due infanti, e il padre- che si denota subito come l’Esperto della situazione- hanno prenotato quattro poltroncine. L’Esperto ha addirittura stampato il biglietto, una precauzione che mi sembra eccessiva visto che i biglietti si possono fare in tutte le stazioni, a bordo del treno senza alcuna maggiorazione di prezzo, o si può  semplicemente far vedere il biglietto online al controllore perché ci sono nazioni cosi civili da fornire i controllori di un lettore elettronico. Forse abituato al mastodontico apparato macchinato da Trenitalia, l’Esperto ha stampato il biglietto. Ma il colpo di genio deve ancora venire. Non mi volevo perdere la scena quindi ho fatto una cosa un po’ italiana e sono rimasto ad ascoltare: l’Esperto, in un treno con decine di carrozze letto, ha chiesto in un inglese stentato ma autorevole se si poteva avere un lettino.

Io mi ricordo che la prima volta in cui mi hanno detto che in Finlandia gli studenti universitari percepiscono, se superano gli esami, eo ipso, quattrocento euro al mese, mi ero stupito cosi tanto da restarci male e provare invidia. Adesso per fortuna- ma ne possiamo discutere- quello che mi stupisce è che l’Esperto chieda un lettino, e non che la risposta sia stata “si, si può avere”.

Ogni anima su questo treno viaggia per un motivo. Qualcuno ci lavora, come la signora che vende al bar dove le bottiglie d’acqua costano 2 euro e novanta- credo che neanche in piazza Navona l’acqua sia cara come nei vagoni ristorante dei treni finlandesi. VR, la compagnia statale che ha il monopolio del trasporto ferroviario passeggeri, la Trenitalia finlandese insomma, absit iniuria verbis– ha prezzi stratosferici e una volta perfino io ho preso un treno in ritardo, era in ritardo di dieci minuti ed è successo una volta sola, ma mi assicurano che d’inverno i treni non funzionano bene. Comincio a pensare che forse dei ritardi disastrosi non ce ne sono. Ricordo distintamente che una volta in Italia un treno è arrivato con un minuto di anticipo. Questo treno su cui viaggio è un vecchio arnese in cui non solo non c’è il wifi, ma non ci sono neanche le prese per la corrente. È strano perché di solito il wifi c’è e funziona bene- una volta sono andato a Firenze con Italo e anche li, lo ammetto, il wifi per i primi cinque minuti c’era e funzionava bene. Poi è stato inghiottito dalle sabbie del tempo presumo, ma in fondo uno paga per arrivare a Firenze e non per stare su internet.

VRFreight

Il buio che c’è fuori mentre viaggio è un dato di fatto. È l’una e mezza di notte ma non fa molta differenza, il buio non se ne va. Alla latitudine di Oulu il sole sorge, nei momenti peggiori, attorno alle nove e comunque è da escludersi che dalle nove in poi ci sia una splendida giornata, o anzi, evitando eufemismi, non ci si aspetti che il sole effettivamente si veda. Alle due e mezza tramonta, alle tre è buio ma non in senso buono: è lo stesso buio che si vede adesso, a notte fonda. A Rovaniemi il sole sorge alle undici e tramonta tre ore dopo. Rovaniemi è una provincia meridionale, con collegamenti ferroviari quotidiani con Helsinki, niente di esotico. Piu’ a nord, stavolta seriamente a nord, ad Alta, in Norvegia, un posto surreale a qualche chilometro di distanza da Nordkapp, che è il punto piu’ a nord d’Europa, il sole…mettiamola cosi, ad Alta, in estate, il sole non tramonta mai. In Finlandese Agosto si dice Elokuu e significa “mese della vita”.

Devo fare piu’ ricerche su questo perché per i finlandesi l’unico mese di vita è giugno (kesäkuu, il mese dell’estate), o per quelli che vogliono esagerare maggio (toukokuu, al momento mi sfugge il senso letterale perché è qualcosa di tecnico legato all’agricoltura), quando si celebrano Vappu (la festa socialista del primo maggio è un’ottima scusa per ubriacarsi) e Johannus (il primo sabato di maggio dopo la luna piena), un momento mistico di rara bellezza e fusione panica con la natura in cui ne muoiono parecchi per abuso di sostanze alcoliche. Quando si fa una sauna c’è una sola vera regola: non entrare nella sauna se si è ubriachi. In italiano si dice fare una sauna ma in finlandese semplicemente si va in sauna (kaydä saunassa)

Per fortuna dentro al treno c’è luce! Per fortuna mica tanto, perché per quanti vogliono dormire è un po’ difficile: ma come direbbe Eraclito “all’oro, gli asini preferiscono il letame”.

Il treno arrivera’ fra un po’ meno di quattro ore a Tampere. Da li, un altro treno è ad Helsinki in due ore. Con selvaggia lucidita’, qui gli orari dei treni sono pensati perché non si perda mai una coincidenza. Probabilmente in Finlandia non credono alle coincidenze, proprio come nei film romantici americani: quando un treno arriva in un posto c’è quello che ti aspetta per andare nel posto successivo. La trovo una cosa molto intelligente ma non ho alcun dubbio su come sia possibile: i finlandesi sono pochi. Sono molto pochi, e questo rende tutto piu’ rilassato (lo renderebbe, non fosse per altri problemi). L’idea cattolica, o l’idea marxista, o l’idea mercantilista, insomma quella che la forza di una nazione risieda nel numero delle persone che possono lavorare, per fortuna, qui non è arrivata (in tempo), e tutto è fatto bene, con calma, e in un grande spazio. Questo permette anche di costruire nuove case in continuazione e poi abbandonarle senza farci niente perché il terreno non vale niente. Ma le case finlandesi sono un altro capitolo.

Sono le due e venti! Tutti i cinesi dormono, o forse sono vietnamiti, chi lo sa. Ecco sono le due e ventisette e una cinese è appena salita alla stazione di Kokkola e si è seduta di fronte a me. Le tendine rosa sono orribili, questo treno è cosi brutto che probabilmente è russo- la Finlandia è stata parte dell’Impero dal 1809 fino al suo scioglimento, ma per fortuna i russi non hanno fatto danni irreversibili a questo Paese. A Helsinki pero’ si, e infatti è bruttina forte.

Ora provo a dormire, sognero’ treni che sorgono al nord.

One thought on “The Finnish train

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