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In viaggio con Erodoto – di Ryszard Kapuscinski

di Rossella Sala

Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e praticamente non finisce mai, dato che il nastro della memoria continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati. È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile”.

in-viaggio-con-erodoto È il 1956. Un Kapuscinski poco più che ventenne, stanco della povera e provinciale Polonia stalinista, lascia per la prima volta il paese per raggiungere l’India in qualità di corrispondente estero di un giornale locale. Suo unico desiderio e motore, la tentazione irresistibile a varcare una frontiera, attraversare il confine verso un altrove affascinante e sconosciuto. Ad accompagnarlo non c’è che un libro: le Storie di Erodoto, opera destinata a trasformarsi per l’autore in un autentico punto di riferimento, dove cercare tregua dagli avvenimenti del mondo e risposta agli interrogativi che la curiosità, incalzante, gli pone di fronte: dove ha inizio la storia? Perchè gli uomini si combattono tra loro?

Dai conflitti interstatali agli scontri tra culture, dalle guerre dinastiche agli intrighi di palazzo, non c’è avvenimento o passione umana che Erodoto non sappia analizzare con lo sguardo critico del giornalista: uno sguardo che, sforzandosi di rimanere imparziale di fronte alle vicissitudini della storia, ambisce a ricostruirla nella sua verità e interezza, senza dimenticare di interrogarsi sulle cause che la muovono. Sarà questo approccio ad affascinare Kapuscinski, al punto da eleggere le Storie come proprio livre de chevet ed il loro autore come compagno di viaggio, inseparabile rifugio nelle peregrinazioni alla frenetica ricerca dell’ultima notizia. Alternando la propria voce a quella di Erodoto, Kapuscinski racconta vent’anni di eventi in bilico tra Africa, Asia e Medio Oriente: una storia fatta di guerre e rivoluzioni, ma anche di incontri, di volti, di scoperte, cercati con insaziabile curiosità e incrollabile fiducia nel prossimo, perchè “è solo a questo tipo di persone che gli estranei svelano i propri segreti”.

Ed è quando la guerra tra greci e persiani ci appare più reale del conflitto in Sudan, e l’antico più vivido del contemporaneo, che si fa palese l’immedesimazione dell’autore con lo storico greco: costui, che per primo si è spinto ai confini del mondo mosso solo da passione e desiderio di conoscenza, appare a Kapuscinski come un mentore, un primo giornalista delle vicende umane morso, come tutti i reporter dopo di lui, dall’incurabile virus del viaggio.

il reporter polacco Ryszard Kapuscinski

il reporter polacco Ryszard Kapuscinski

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